Salve a nessuno miei cari!
Eccoci tornati con una piccola e nuova recensione ^^
Oggi volevo parlarvi di un libro che mi ha colpito molto in
tutti i sensi, dandomi però la possibilità di osservare da un’altra angolazione
la tematica trattata.
Si tratta de “Lo Strano Caso Dell’apprendista Libraia” di
Deborah Meyler, un titolo autoconclusivo, edito dalla Garzanti Editore.
|
Titolo: Lo Strano Caso dell'Apprendista Libraia Autore: Deborah Meyler Case Editrice: Garzanti Prezzo: 12,00 Pagine: 348 |
Trama:
"Esme ama ogni angolo di New York, soprattutto il suo posto speciale: La Civetta, una piccola libreria nell’Upper West Side.
Un luogo magico in cui si narra che Pynchon ami passare i pomeriggi d’inverno e che nasconde insoliti tesori, come una prima edizione del Vecchio e il mare di Hemingway.
Ed è lì che il destino la sceglie quando sulla vetrina scorge il cartello 'cercasi libraia'.
È l’occasione che aspettava, il lavoro di cui ha tanto bisogno.
Perché a soli ventitré anni è incinta e non sa cosa fare visto che il fidanzato Mitchell l’ha lasciata prima che potesse parlargli del bambino.
Ma Esme non ho idea di come si lavori in una libreria.
Per fortuna ad aiutarla ci sono i suoi curiosi colleghi: George, che crede ancora che le parole possano cambiare il mondo; Mary, che ha un consiglio per tutti; David e il suo sogno di fare l’attore.
Poi c’è Luke, timido e taciturno, che comunica con lei tramite le melodie incantatrici della sua chitarra.
Sono loro a insegnarle la difficile arte di indovinare i desideri dei lettori: Il Mago di Oz può salvare una giornata storta, Il giovane Holden fa vedere le cose da una nuova prospettiva e tra le opere di Shakespeare si trova sempre una risposta per ogni domanda.
E proprio quando Esme ritrova la fiducia perduta nel suo domani, la vita le pone davanti un'altra sorpresa.
Mitchell viene a sapere del bambino e vuole tornare con lei.
Esme allora si trova davanti a un bivio.
Il suo più grande desiderio sta per realizzarsi, ma non è più la ragazza spaventata di un tempo e non sa più se è quello che vuole davvero.
Perché a volte basta la pagina di un libro, una melodia sussurrata, una chiacchierata a cuore aperto con un nuovo amico per capire chi si è veramente.
Perché Esme non è più un’apprendista libraia, ora è una libraia per scelta.
E sa che il destino l'ha scelta per un motivo."
***
Un romanzo davvero affascinate, ma a tratti cupo e pesante,
specie se non si riesce a sentirsi in sintonia con le scelte della
protagonista.
Ma forse è proprio questo lo scopo.
Non credo sia sempre facile affrontare in maniera corretta
il tema della maternità in un libro, specialmente in giovane età.
Come infatti vediamo, anche la nostra stessa protagonista è
combattuta da ciò che le impone la sua educazione e ciò che la società può
pensare di lei, una giovane donna alle soglie dei vent’anni, che si accinge a
diventare madre al di fuori del vincolo del matrimonio.
E per quanto se ne dica, ed anche la nostra storia sia
situata in una delle città più multiculturali e aperte del mondo, come New York
city, questo libro è
una perfetta rappresentazione, di come in realtà, sotto
strati di tecnologia e innovazione, la nostra società abbia un cuore pulsante
legato agli antichi dogmi, e in cui il patriarcato si dimostra saldo in tutti i
suoi aspetti.
Molto spesso mi sono trovata in disaccordo con la giovane
Esme, combattuta tra i cambiamenti del suo corpo grazie alla giovane vita
dentro di se, e il suo amore, a mio parere decisamente malato, per Mitchelle,
il padre del bambino, che prontamente la
rifiuta, una volta saputo di ciò che
sta accadendo alla ragazza.
Ma per quanto possa essere stata più volte tentata di urlare
in faccia alla nostra protagonista di svegliarsi e cominciare a vivere sulle
proprie gambe, è proprio questo lo scopo del libro, farci vivere l’evoluzione
di Esme e la sua piccola crescita, nonostante tutto ciò che deve affrontare.
E caso strano, sarà proprio una piccola libreria di
quartiere, ed i suoi variopinti impiegati, a farle aprire un poco gli occhi,
diventando per lei un vero e proprio sostegno emotivo, oltre che economico, e
forse aiutandola a comprendere che il mondo è pieno di sfumature che dobbiamo
solo imparare a cogliere.
Certo, ci sono stati parecchi momenti in cui la rabbia ha
preso il sopravvento, ma la fragile Esme è il perfetto ritratto, se presa
analiticamente, di come una ragazza si senta in un certo qual senso, obbligata
ad agire agli occhi della società, seguendo tutti quelli che sarebbero i
“giusti” canoni morali, e provando fino in fondo ad obbedire a delle regole
dettate probabilmente più dalla sua paura di rimanere sola, che dal vero e
proprio amore.
Un libro a tratti pesante, ma anche estremamente piacevole e
ricco di citazioni artistiche, che i più interessati all’arte sapranno cogliere
ed apprezzare
ancor di più, ed offre grandi spunti di riflessioni, che lasciano
al lettore emozioni decisamente contrastanti.
Nonostante si possano toccare temi delicati, la scrittura è
incredibilmente scorrevole, portando a leggere il romando in davvero una
manciata d’ore, lasciando poi un finale dolceamaro, che centra perfettamente il
tema del romanzo, tralasciando la sensazione di combattimento che si avverte
fino alla fine, sperando come nella più classica delle fiabe, di assistere ad
un lieto fine.
Ma è stato proprio questo finale così realistico e schietto
a piacermi più di tutti, catturandomi
completamente e facendomi apprezzare
ancora di più l’opera.
Per cui, se avete voglia di una lettura un po' diversa del
solito, ma davvero meravigliosa ed ipnotica nella sua veridicità, questo è
decisamente il libro che farà per voi.
In più, da buoni lettori, non potrete fare a meno di amare
l’atmosfera respirata alla Civetta, talmente ben descritta, che potrete quasi
annusare i tomi antichi che la abitano, e visualizzare con precisione, le
particelle di polvere che svolazzano nell’aria, attraverso qualche timido
raggio di sole Newyorkese.
Detto questo, non resta che passare a voi il testimone, e
lasciarvi scoprire lo splendore nascosto di questo libro.
Alla prossima recensione Miei Cari!